Convegno e libro, un appello per "La storia della Parrocchia" di Marineo


di Nino Di Sclafani
MARINEO. La recente scomparsa di mons. Benedetto Rocco ha determinato una serie di coincidenze che mi spingono oggi a fare un appello.
L'ho conosciuto molti anni fa, all'inizio degli anni ‘90, in occasione della presentazione di un libro nel nostro teatrino scolastico. A quell'evento partecipai con mio padre, suo compagno di giochi ai tempi della scuola, ansioso di incontrarlo. A causa dei reciproci problemi di vista, i due faticarono non poco a riconoscersi. Quando, però, mio padre incominciò a canticchiare una filastrocca (A tempu di cacocciuli ci su li favi virdi, aju li pedi friddi, cuadiamillu tu) al sacerdote si illuminò il volto e riconosciuto l'interlocutore iniziarono a novellare dei bei tempi. Tra i ricordi anche quello dell'Anno Santo del 1950, quando mio padre prestava proprio a Roma il servizio militare e la domenica accorreva a San Pietro con molti commilitoni. Qui incrociò un paio di volte il giovane sacerdote marinese che si destreggiava con gruppi di pellegrini provenienti da tutto il mondo alternando con abilità e padronanza l'uso di più lingue straniere. Questi racconti mi hanno accompagnato a lungo e qualche anno fa avevo contattato i nipoti ventilando l'ipotesi di poterlo incontrare per realizzare una lunga intervista sulla sua vita. Le sue precarie condizioni di salute e, ancor di più, la proverbiale riservatezza impedirono quell'incontro. Oggi non posso che associarmi a quanti hanno auspicato che Marineo renda merito a questo illustre studioso (come si appesta a fare la Facoltà Teologica di Sicilia) con un convegno. Arriviamo però ora alla questione. In molti mi hanno ricordato la collaborazione prestata da mons. Rocco nel ventennio 70-90 a padre La Spina nella traduzione di alcuni testi usati dal nostro parroco per l'elaborazione di uno dei più ambiziosi progetti: La storia della Parrocchia. Pare che il complesso studio sia stato effettivamente portato a termine prima della sua morte e che ne esistano due copie manoscritte. Chi sia a detenere questi appunti non mi è dato sapere, sarebbe però opportuno che si valutasse di dare concretezza al sogno di mons. La Spina. Invito pertanto gli ignoti custodi a rendere palese l'esistenza del manoscritto e gli enti o eventuali sponsor interessati ad attivarsi per la pubblicazione di un'opera sicuramente pregevole nei contenuti che potrà dare un contributo alla migliore conoscenza della storia del nostro paese e dare merito alla figura di padre La Spina a cui sono personalmente legato per avere affettuosamente accompagnato la mia crescita trasmettendomi la passione per la ricerca storica.