Con il voto al PD partecipiamo alla elezione di Franco Ribaudo


di Nino Di Sclafani
MARINEO. Siamo oramai alla vigilia del voto. Un voto che, per la congiuntura economica e storica che stiamo vivendo, rappresenterà uno spartiacque tra la seconda e la terza repubblica. 
Lo scenario si presenta abbastanza imprevedibile e forse mai come oggi è difficile fare pronostici certi ed attendibili. Penso che gli italiani debbano farsi carico di una seria riflessione su quanto la scelta del prossimo fine settimana potrà pesare sul futuro della nostra nazione. Ho seguito con attenzione il dibattito politico cercando di comprendere le ragioni di tutte le parti in competizione, valutando l’offerta programmatica e la conseguente realizzabilità, francamente ritengo che l’unica proposta credibile sia quella del Partito Democratico. Il percorso compiuto con le primarie, pur in assenza di una degna legge elettorale, ha dato ai cittadini la possibilità di scegliersi i candidati e l’impostazione voluta dal partito è stata orientata ad un sostanzioso rinnovamento dei candidati stessi. Molti esponenti “storici” hanno fatto passo un passo indietro consentendo l’innesto di molti giovani preparati e motivati nonché di amministratori locali che hanno costruito la loro candidatura partendo dal contatto quotidiano con le persone e con i loro bisogni. Quella mia è una scelta di parte, certo, il PD è il mio partito, ma in buona fede non riesco a trovare la stessa concretezza in nessun altro competitore. Escludo a priori l’offerta della destra portatrice di valori in cui non mi sono mai riconosciuto, tanto meno quando gli stessi ritornano ad incarnarsi nella persona dell’improponibile Cavaliere che continua a sedurre una parte degli italiani facendo leva sul nervo sensibile dell’egoistico interesse personale a scapito del bene collettivo. Anche il centrino guidato da Monti mi pare inadeguato e non rappresentativo degli interessi del paese; il professore ha molti meriti ed innegabili capacità, ma ogni giorno che passa è sempre più espressione di lobbies e centri di potere che vogliono perpetuare una posizione di dominio nella scena politica italiana noncuranti dello stato in cui versano i lavoratori e le fasce più deboli della popolazione. La sortita di Ingroia, con le forze che lo appoggiano, incarna sempre più i connotati di uno dei mali che ha sempre afflitto la sinistra italiana:  il doversi per forza differenziare alla perenne ricerca di un purismo, più millantato che reale, o di un anacronistico approccio massimalista che assume sempre più la dimensione di irrealizzabile utopia. Infine c’è Grillo. Devo ammettere che quando il movimento nacque ho avuto il piacere di essere tra i promotori del VaffaDay a Marineo e mi sono impegnato in prima persona anche nella campagna referendaria, poi, però, grazie alla mia breve esperienza amministrativa ho compreso che starsene in piazza ad elencare i mali del mondo è molto più semplice che impegnarsi quotidianamente nella soluzione dei problemi reali e contingenti delle persone, per cui, pur rispettando le tante persone deluse da una classe politica spesso inadeguata e corrotta, ritengo che la deriva qualunquista del comico-politico non giovi al paese e generi spesso pulsioni violente e atteggiamenti poco democratici. E’ innegabile, comunque, che si tratta di una rappresentanza politica con cui ci si dovrà misurare.
Terminata la disamina dell’attuale offerta politica non posso che tornare ad apprezzare lo sforzo fatto dal PD nel cercare un rinnovamento “vero” della classe politica che deve necessariamente essere graduale, nonché nell’elaborare un programma che sa trovare il giusto equilibrio tra le istanze dell’impresa e quelle dei lavoratori, tra le esigenze di un rinnovamento istituzionale ed il presidio della garanzie costituzionali, che evidenzia l’importanza vitale della visione europeista e la necessaria tutela del lavoro e dell’occupazione con il superamento della fase di austerità che sta segnando il declino del paese.
Non è secondaria, infine, la possibilità, sempre più concreta, di contribuire con il voto al Partito Democratico alla elezione di Franco Ribaudo alla Camera dei Deputati. I lettori di Piazza Marineo sanno che in passato non ho lesinato critiche al nostro sindaco che ritengo tutt’ora dotato di un caratteraccio caparbio e indomabile, ma non posso negare che questi difetti opportunamente dosati possano diventare pregi se orientati ad obiettivi precisi e sfidanti. Sono personalmente convinto che, se eletto,  Franco saprà rappresentare le istanze del nostro territorio che necessita uno sguardo di attenzione da parte del futuro governo nazionale. Per cui, non per partito preso, voterò PD così come spero farà chi si ritrova nella mia riflessione che affido alla vostra condivisione.